La mia Grande Fortuna di Marco Maria Taglialatela

 

Se fossi stato un maschio italiano etero probabilmente mi sarei risparmiato molti rossori, molte lacrime e molte mortificazioni.

 

Se fossi stato un maschio italiano etero probabilmente mi sarei sentito chiamare solo con un tenero e/o simpatico sopranome.

Invece sono sempre stato un maschio italiano omosessuale e per questo mi sono sentito chiamare in tanti modi:

ricchione, frocio, gay, pederasta, culattone, culo, finocchio, travestito, femminella, diverso invertito, sodomita, deviato, depravato, arruso, bardassa, bardascia, buzzarone, buggerone, peppia, vasetto, lumino, magna cazzi, bella, omofilo, buco, bucaiolo, busone, iarrusu, uranista, ffrega’gnolo, checca, checca fracica, checca isterica, checca marcia, checca pazza, checca persa, checca sfatta, checca sfranta, cripto-checca, checca velata, buliccio, cupio, culattone, succhia cazzi, rotto inculo, pedofilo, anormale, malato, femmena sbagliata, tien’ a pover’ ncopp’ ‘e recchije.

Poi ci sono le parole non dette, i gesti, le gomitate, le occhiate, gli sguardi, i sorrisini ed i sorrisi, le strizzatine d’occhio e gli occhi sgranati, i piedini, gli indici puntati, le dita che fanno oscillare l’orecchio, le dita che entrano in bocca, gli sputi.

Avrei potuto fingere di  essere un maschio italiano etero ma sarei stato sicuramente un infelice e prigioniero di me stesso.

Ho scelto di essere libero, di vivere lottando e combattendo in ogni luogo e dove contro l’omofobia e la transfobia. Per tutti i ragazzi e le ragazze che ogni giorno incontro tra i 10mq della stanza di i Ken e mi raccontano dei loro orrori quotidiani. Orrori che spesso vengono compiuti nelle famiglie, tra il calore delle mura domestiche da quelle madri che non perdono occasione di dire che ti hanno messo al mondo prima di insultarti e picchiarti, da quei padri che ti hanno fatto uomo o donna e quindi sei di loro proprietà come un oggetto da chiudere in uno sgabuzzino, da quei fratelli e sorelle con cui giocavi da piccolo e ti abbracciavi e baciavi che adesso ti sputano in faccia. Quando ascolto questi orrori mi sento un fortunato e sicuramente lo sono ad avere avuto due splendidi genitori e meravigliosi fratelli e sorella e non solo; i miei zii, le mie zie, i miei cugini e le mie cugine, i suoceri, le cognate, i miei nipoti e le mie nipoti figli dei miei fratelli e delle mie amiche ed amici e quindi anche loro. A nessuno  mai ho detto di essere gay perchè in un mondo sano non bisogna “dire” di essere quello che si è. Nessuno dei miei fratelli ha mai detto in casa di essere etero per cui anche io ho taciuto, ma arriva un momento in cui nelle famiglie sane, in quelle dove ci sono dei Genitori e non dei “generatori”, ti chiedono e tu rispondi. Devi rispondere perchè sei loro figlio e non un “generato”.

Sono momenti pieni  di adrenalina, di eccitazione ed anche paura perchè solo dopo avrai la certezza di ciò che pensavi del loro amore per te o la delusione.Per me solo splendide certezze.

Vorrei incontrare sempre più persone con cui condividere belle emozioni e teneri racconti ma non sarà così e per molto tempo ancora.

Vorrei che quelle voci fatte di insulti non rinfrescassero più la mia memoria con i conseguenti sussulti al cuore ed allo stomaco.

Vorrei, un giorno, svegliarmi e scendere in piazza con la mia famiglia e festeggiare l’ottenuto mio diritto al matrimonio per poi sposare Carlo che da 17 anni amo.

Mentre spero…..lotto e non sono solo.

 

7 thoughts on “La mia Grande Fortuna di Marco Maria Taglialatela

  1. Alessandra

    Intenso, elegante, profondo come sei tu, caro marco.
    negli ultimi tempi mi ritrovo sempre più spesso a combattere contro luoghi comuni e stereotipi- anche intorno all’omosessualità- Adesso che tu hai scritto questa cosa, potrò usarla e farla leggere a tutti quelli – maschi- che per offendersi tra loro si chiamano vicendevolmente ‘ricchione’ (cosa che io trovo intollerabile) Con l’assoluta certezza, che dopo avere letto quello che tu hai scritto, si vergogneranno un po’. Almeno lo spero
    Un abbraccio forte
    ale

  2. B.

    Anche il mio coming out mi ha dato una certezza: quella che i miei non capiranno mai e non riusciranno mai ad accettarmi. Però sono felice di aver avuto la forza di farlo, e la forza me l’ha data l’amore.

    La prima parte del tuo articolo, quello sugli epiteti, mi ha colpito molto, perché solo noi sappiamo che significa. E non è vero come molti dicono che ci sia abitua, che ci si fa una corazza… Si cresce, ma le ferite restano e ogni volta che la discriminazione ci colpisce il bruciore si rinnova. Però si impara ad andare avanti, e ad essere felici nonostante l’ignoranza (altrui).

  3. Gianluca

    E’ fenomenale come tu sia riuscito a commentare in pochissime righe tutta una vita, le sensazioni e le constatazioni di un trascorso che conosco e che so quanto è stato difficile. Sono fiero di avere amici così… vi abbraccio forte… 😀

  4. Antonella

    Le tue parole mi riempiono gli occhi di lacrime… voi avete trovato l’amore, quello di coppia e quello familiare… io invece passo il tempo a chiedermi se non l’ho cercato sempre nel posto sbagliato….

  5. ilguardianodelfaro

    Marco, mi complimento con te. Un articolo interessantissimo e ricco di spunti di riflessione. So cosa vuol dire e ti capisco perfettamente. Sei una bella persona ed hai la mia stima. Resta sempre come sei. Un abbraccione.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.