Il 28 giugno mi reco al Comune di Napoli e accade un incidente diplomatico.
Vengo fermato alla porta d’ingresso e mi viene comunicato il NON accesso agli uffici pubblici CAUSA ABBIGLIAMENTO inadeguato.
I vigili urbani mi pregano di leggere l’ordinanza nata da una delibera del 2006 ( giunta Iervolino – dico io non avevano di meglio da pensare??)
Nella delibera si evince che l’indumento incriminato sono i pantaloncini, ed anche se indosso tecnicamente dei Bermuda, vengo accompagnato alla porta e mi s’impedisce l’ingersso.
A quel punto decido di andare all’URP ( ufficio relazione con il pubblico del Comune) sito sulla facciata principale del comune e chiedo copia della delibera. Quando mi chiedono il motivo affermo: Discriminazione di genere. Mentre venivi sbeffeggiato da un’amabile comunale in sandaletto mi sento dire che mica alle donne potevano impedire di entrare con gonna e sandali?
Allora ho ragione ( penso tra me) la delibera è sessista e crea disuguaglianza, non si vuole colpire l’osceno, ma attribuire un valore ( il bello) al corpo della donna e censurare il corpo maschile classificandolo come brutto. Come dire a Michelangelo che il David è o’cess e sarebbe stato meglio scolpire il corpo di una suffragetta.
Nella cultura eterosessuale, machista, maschilista e un po porca nessuno presta attenzione a questa sottile discriminazione, ma io che sono GAY militante e scassambrella non mi posso dare pace e soprattutto il giorno del gay pride quando una travestita, Silvia Riveira, lanciando una scarpa con tacco contro la polizia diede alla luce il primo Gay Pride.
Quindi se non è possibile entrare in calzoncini entreremo con la Gonna e daremo al Sindaco De Magistris una badierina Gay ( raimbow flag) in modo che si ricordi di cancellare quell’atroce sentenza che vive sulla binarietà rosa celeste – maschio femmina.
Quindi con Scarlet e Tarantina ( monumento femminiello napoletano) siamo andati e abbiamo atteso … emergenza rifiuti… e abbiamo consegnato nelle mani della portavoce del Sindaco la nostra bandierina che sventola sulla sua scrivania per ricordargi sempre che le leggi devono essere applicabili e tutt* indistintamente.
posso garantire che l’assessora Pina Tommasielli alle Pari Opportunità mi ha garantito d’avere già sulla sua scrivania la vecchia delibera e di cui si prenderà cura celermente.
Per Silvia Riveira, era giustamente una Transgender ( oggi diremo), allora era considerata una travestita… Trav… Trans… oggi capiamo le sfumature e le differenze allora non ci capivano nulla peggio di quanto ora non capiscano ancora.
W Silvia Rivera e W il Gay Pride
Iniziativa ottima per un’ordinanza a dir poco oscena!!!
Comunque, se posso permettermi, Sylvia Rivera non era una travestita ma transgeder.
Un saluto
Che brillante iniziativa! Una provocazione pulita per far capire alle persone che le parole, scritte e non, hanno un peso. Bravissimi!!!