di Carlo Cremona presidente iKen
In questa Pasqua, tempo di resurrezione e di speranza, siamo chiamati a riflettere sul mistero della Passione di Cristo, che non ha risposto con la violenza agli insulti, agli sputi, alla croce. “Ma egli taceva e non rispondeva nulla” (Mc 14,61), ci racconta il Vangelo. Il suo silenzio non fu segno di debolezza, ma di forza radicale: quella della non violenza, della compassione, del perdono.
Anche oggi, chi è diverso — per orientamento, identità, storia personale — si trova spesso di fronte ai nuovi farisei: coloro che, brandendo il nome di Dio come un’arma, usano parole e gesti di esclusione, giudizio, sopraffazione. Ma Dio non è dominio, né violenza. Il Dio di Gesù è il Dio della misericordia.
Nel Giubileo della Misericordia, e in questa Pasqua che celebra la vita che vince la morte, ricordiamo che la risposta cristiana — e umana — all’odio è una sola: la compassione. “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34): questo è il cuore del messaggio pasquale. Cristo non ha rifiutato nessuno, ha incontrato tutti, ha camminato con gli emarginati, con i diversi, con coloro che il potere religioso e politico voleva cancellare.
Anche noi, oggi, siamo chiamati a non cedere alla rabbia, ma a testimoniare, con forza e dolcezza, che la vera fede non è mai alleata dell’intolleranza. Che la vera umanità non ha paura della diversità, ma la riconosce come ricchezza.
A chi ci insulta, rispondiamo con dignità. A chi ci discrimina, opponiamo la luce della verità. A chi predica l’odio, offriamo la possibilità della redenzione. Perché, come Cristo è risorto, anche noi risorgiamo ogni volta che scegliamo l’amore invece della vendetta.
Buona Pasqua, nel segno della non violenza, della giustizia e della compassione.
Che la Luce pasquale illumini anche i cuori più oscurati dall’odio.
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