di Carlo Cremona
La recente decisione di Papa Francesco di elevare Monsignor Domenico Battaglia, conosciuto come “Don Mimmo,” al rango di Cardinale ha portato una grande gioia tra coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere e collaborare con lui. Questa nomina rappresenta non solo un riconoscimento della sua dedizione pastorale, ma anche una nuova speranza per una Napoli più inclusiva e solidale.
Don Mimmo, successore del Cardinale Sepe, ha portato avanti un magistero basato su apertura e ascolto, affrontando temi sociali con sensibilità e coraggio. In particolare, ha manifestato un forte impegno nel dialogo con la comunità LGBTQ+, dimostrando un’autentica volontà di comprendere e supportare chi è spesso marginalizzato o vittima di discriminazioni. Questo impegno si è concretizzato anche nel suo contributo alla lotta contro il bullismo omofobico e transfobico, scegliendo la strada del confronto e dell’accoglienza.
Per Napoli, una città in cui la lotta alla violenza minorile e alle devianze come la camorra assume un significato simbolico, il lavoro di Don Mimmo rappresenta una luce di speranza. Il progetto “Questa Casa non è un Albergo,” finanziato dall’UNAR e realizzato nella struttura confiscata alla criminalità organizzata, testimonia l’importanza del sostegno e della protezione per le vittime di violenza, discriminazione e persecuzione a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. La presenza di Don Mimmo ha rinforzato il senso di missione sociale che questo luogo incarna, consolidando il suo ruolo come spazio di accoglienza e sicurezza per la comunità LGBTQ+ e per tutti coloro che cercano una vita lontana da ogni forma di oppressione.
Come comunità LGBTQ+ di Napoli, abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo e sperimentare di persona la sua disponibilità all’ascolto e il suo approccio inclusivo. Questa nomina, dunque, ci riempie di speranza e ci conferma che il cammino intrapreso verso una chiesa più accogliente e rispettosa delle diversità è possibile e che il dialogo può essere una potente via di riconciliazione e crescita.
Carlo Cremona, presidente di i Ken APS ETS, commenta: “L’incontro con Don Mimmo ha lasciato una traccia profonda nella nostra comunità. Il suo desiderio di ascoltare ed essere ascoltato in un percorso pastorale comprensivo, non esclusivo e mai persecutorio, è qualcosa di cui avevamo bisogno. Siamo grati a Papa Francesco per aver riconosciuto in Don Mimmo queste qualità, essenziali per costruire un futuro di speranza per Napoli e per tutta la chiesa.”