Carlo Cremona, presidente dei Ken APS ETS
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È sempre divertente quando in Parlamento decide di parlarci di “universalità”. Sì, proprio quella parola grossa, che normalmente associamo a qualcosa di veramente grande e condiviso, come la Creazione di Michelangelo nella Cappella Sistina. Due dita che si sfiorano, una scintilla di vita che passa da una parte all’altra: Dio e l’uomo, in un momento eterno. Beh, almeno lì Michelangelo ha avuto le idee chiare su cosa significati essere universali, mentre da altre parti sembra che il concetto si sia un po’ perso tra i banchi del potere.
Sembra infatti che “universale” in Parlamento voglia dire punire la maternità surrogata. Curioso, no? Perché mentre la nostra civiltà si muove verso la libertà, i diritti, la possibilità di scegliere la propria vita, il nostro Parlamento ci dice che no, questo non si può fare. Magari, invece di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato con la stessa leggerezza con cui si approva il menù del pranzo, potresti riflettere su cosa voglia dire veramente ‘universale’. Perché, a quanto pare, ci sfugge qualcosa.
E allora, chiediamoci: la scienza è qui per migliorare la qualità della nostra vita o è solo un giocattolo che usiamo quando ci fa comodo? Se può farci rinascere dopo la morte, non può anche aiutarci a far nascere la vita prima?
Forse prima di legiferare su questi temi ci si potrebbe fare un giro nella Cappella Sistina, per capire cosa vuol dire veramente essere universali. Magari, tra le pennellate di Michelangelo ei valori dell’umanesimo moderno, potrebbero riscoprire che “universalità” non significa imporre un unico modo di vivere, ma accogliere la molteplicità dell’esistenza umana. E se l’Europa ce lo ricorda ogni giorno, sarebbe un peccato ignorarla, non vi pare?
E qui arriva la chicca: in Italia ci invitano a donare i nostri organi alla fine della vita. Ed è un grande gesto, eh! La scienza che prolunga la vita è giustamente celebrata. Ma c’è un paradosso. Se dopo la morte siamo disposti a dare un cuore per far battere un’altra vita, perché prima della morte non possiamo permettere che la maternità surrogata faccia la stessa cosa? Creare vita, dare possibilità a famiglie di esistere. Ah, già, dev’essere la famosa coerenza normativa italiana: una vita è accettabile solo se arriva a termine in modo convenzionale. Un paradosso filosofico e umano degno di una commedia teatrale, se non fosse che la scena è la nostra vita reale.
Un caro saluto dal futuro, perché è lì che ci aspetta la verità.
Carlo Cremona
Presidente di Ken APS ETS
8 News del 17 Ottobre 20248 News del 17 Ottobre 2024
Pubblicato da Canale 8 su Giovedì 17 ottobre 2024