Il Pride è una manifestazione che da sempre si caratterizza nel mondo come un luogo di rivendicazione di diritti umani partendo dalle rivendicazioni della comunità gay lesbica transgender alla quale si sono poi unite l’identità queer e quella delle persone Intersessuali.
La storia di questa manifestazione è antica, perché nasce nel 1968 dalla rivoluzione delle persone gay lesbiche transgender della città di New York che frequentavano lo Stonewall Inn, lo storico locale al village.
Da quella rivoluzione nacque il movimento dei diritti gay, e da allora, in ogni parte del mondo, nel mese di Giugno, si celebra quella data, il 28 giugno, con un corteo che si chiama Orgoglio Gay e che tradotto è Gay Pride.
In quella data viene ricordata e celebrata, secondo una tradizione globale, la medesima manifestazione che induce tante persone a travestirsi per celebrare e ricordare quella ribellione, che vide in Silvia Ryvera, la causa della nascita del movimento di liberazione omosessuale.
Come Napoli nasce da una sirena, il movimento mondiale gay nasce dalla forza di una persona travestita.
Questa manifestazione ha sempre avuto una connotazione politica ben precisa ed è sempre stata svolta all’interno di piattaforme politiche rivendicative volte a sottolineare la mancanza di diritti e di pari dignità e di pari opportunità per le persone lesbiche, trans gay. La forza del Pride è stata quella di non mollare mai anche quando, nell’attraversamento dell’ultimo trentennio, oltre ad uscire allo scoperto, ha avuto la forza di chiedere parità, dignità e laicità dalle Istituzioni, che per anni invece ci hanno ignorato.
Questo ci ha avviliti nello scrivere le stesse petizioni di diritti che chiedevano anche il riconoscimento alle coppie gay, richieste per decenni mai ottenute nel nostro Paese sino all’approvazione delle “Unioni Civili” ( DDL Cirinnà) alla Camera dei Deputati di quest’anno.
Questa necessità di ribellione noi di i Ken l’abbiamo sentita a Napoli già nel 2007.Non abbiamo mai mancato una manifestazione come un Pride e quando abbiamo potuto vi abbiamo partecipato e l’abbiamo sostenuto sia fisicamente che economicamente. I Ken ha partecipato anche ad altre manifestazioni lontane da casa nostra ed in particolare il Roma Pride, Bologna Pride, Palermo Pride, o ancora all’euro Pride di Roma.
Al Pride di Bagnoli a Napoli è venuta meno l’ inossidabile certezza dell’autonomia politica, dato che questa manifestazione è stata organizzata di tutta fretta il giorno dopo la decisione della data delle elezioni e si è voluta realizzare ( unico caso in Italia) a soli sei giorni dalla chiusura della campagna elettorale per il Comune di Napoli.
Le tante candidature di persone LGBT, quasi tutte vicine ad una precisa associazione, in varie liste a sostegno dello stesso candidato sindaco, ha forse trasformato un luogo politico trasversale ed autonomo, in un luogo di propaganda politica, cambiando il senso di lotta per i diritti umani e civili in propaganda elettorale.
Chiunque avesse avuto a cuore il Pride, avrebbe dovuto garantire l’agibilità di questa manifestazione sia nella trasparenza delle motivazioni che nell’assoluta estraneità di interessi elettorali personali non facendo coincidere la data del corteo alla scadenza delle elezioni amministrative.
Inoltre i pochi approfondimenti della piattaforma rivendicativa territoriale lasciano molto spazio al dubbio, stupisce l’assenza di contenuti a favore di una logica che premia i territori, che troviamo molto debole e discutibile. Ecco perché le bandiere di “i Ken” non sventoleranno al Pride di Bagnoli, non solo perché siamo stati esclusi dal comitato organizzativo, ma soprattutto perché temiamo che questa manifestazione (poteva essere benissimo spostata di qualche settimana) possa essere interpretata e confusa con una manifestazione che di PRIDE porta solo il nome, il carro e la musica.
Questo Pride di Bagnoli crea molto disagio a chi decide di andare perché si rischia di essere dentro una campagna elettorale piuttosto che in una manifestazione per i diritti universali.Questa ambiguità, posta in essere, ci impone la sospensione dalla partecipazione e c’ impone anche una riflessione che condividiamo con l’opinione pubblica, perché non si dica che questa è stata una manifestazione unitaria o come abbiamo letto una manifestazione di tutta la comunità LGTQI* .
Questa è stata una manifestazione inopportuna nella data di convocazione e nel luogo scelto ( che rischia di spostare l’attenzione dalle tematiche di interesse e di rivendicazione della comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender ad altri tipi di discussione molto sentiti un città) e che sono più nelle corde di una campagna elettorale per le amministrative che, seppure ritenute legittime, avrebbero dovuto trovare in altri momenti ed in altre manifestazioni la possibilità di esprimersi correttamente e di aggregare uomini e donne attorno a sè.
Scegliamo di discutere di questo nostro malessere solo oggi che la manifestazione è partita, perché non vogliamo assolutamente essere i delatori di uno spazio politico che noi reputiamo indispensabile, purché sia garantito come spazio della pluralità, dell’autonomia, e dove viga la estraneità agli interessi elettorali che siano di liste di partito o di liste civiche.
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