Oramai è da qualche mese che al Comune di Napoli il Sindaco de Magistris ha affidato l’incarico di consigliera speciale con delega alle Pari Opportunità, Sport ed impianti sportivi alla prof.ssa cons. Simonetta Marino.
Una donna tenace, colta e raffinata che segna certamente la differenza tra la prima e la seconda fase delle Pari Opportunità a Napoli che sta tentando ( ed a nostro giudizio va incoraggiata e sostenuta) una trasformazione della visione delle Pari Opportunità antiquata e poco efficace che ha determinato un sentimento di poco affetto su temi di rilievo umanitario.
Certo è che la sfida è audace, le trazioni divaricanti sono tante, come lo sono le distorsioni del “sistema” alle quali prima nessuno aveva osato iniziare un percorso di riforma.
La visione in essere delle Pari Opportunità è “arcaica”, perché funzionale alla governance dei finanziamenti europei e regionali che mettono in competizione necessità complementari che, in questo modo, entrano in competizione secondo una logica di esclusione e non di complementarità ed aggiungiamo di matrice patriarcale, sessista e quindi competitiva.
Le Pari Opportunità, oggi, sono più un luogo di progettazione che il luogo corrispondente al desiderio ed alle aspettative delle persone che lavorano e lottano per il riconoscimento del Se. Per questo crediamo che occorra riformale umanizzandole, ampliandone la rilevanza, lasciando tracimare i desideri ed i bisogni, liberando le soggettività, aprire tavoli nuovi di lavoro nei quali trasformare il valore assoluto della libertà in un dato di fatto, la democrazia.
La sfida della prof.ssa Marino, parte da una donna del movimento delle donne, che dovrà riformare il sistema degli accessi e della partecipazione in modo orizzontale, anche attraverso una morale innovatrice e di matrice femminista.
Auspichiamo luoghi in cui l’orizzontalità della prassi e la collaborazione tra le parti si esprimano come valori assoluti divenendo efficacemente “una malta” per la trasformazione sociale della città di Napoli attraverso un sistema di tracciabilità, misurabilità e responsabilità dei processi di cambiamento e degli agenti di trasformazione.
Le donne e gli uomini, etero e gay, lesbiche o transgender, tutte e tutti insomma, le chiedono a gran voce di cambiare rotta fino in fondo e di applicare azioni di di cambiamento con etica specchiata che riconosca il valore del merito e della competenza, senza mai con questo avvilire la partecipazione e l’ascolto tra le differenze .
Ci auguriamo che, con l’ausilio dei dirigenti, delle funzionarie e dei collaboratori si possa procedere a questo cambiamento che reputiamo difficoltoso, doloroso ma necessario.
Buon lavoro.