Cs:I Ken interviene su polemiche AVVENIRE – strategia UNAR contro omofobia e bullismo omofobico a scuola
In relazione alle polemiche pubblicate sull’Avvenire circa la diffusione di opuscoli contro l’omofobia e il bullismo omofobico nelle scuole, il nostra associazione, che é parte del Tavolo Nazionale per la strategia nazionale UNAR contro le discriminazioni verso le persone LGBT, ritiene tali affermazioni molto gravi perché non in linea con quanto L’Europa ritiene conforme a se. Il vecchio continente é scisso in due visioni contrapposte sui diritti umani, una visione europeista ed una filo russa, che vuole camuffare dietro il concetto di propaganda illegale il diritto anti liberale dello Stato alla repressione ed alla dittatura delle omologazioni dei pensieri e delle condizioni personali prevalenti. Che Giovanardi, Formigoni ed altri attacchino le azioni a contrasto delle discriminazioni verso le persone omosessuali e transessuali lo troviamo disumano e poco cristiano – dichiara il Presidente Carlo Cremona componente del Tavolo nazionale UNAR e di quello LGBT del Comune di Napoli -, come il fatto che l’Avvenire si schieri dalla parte dell’ideologia piuttosto che dalla parte della riduzione del danno, e quindi, delle vittime. Ci preoccupano i rigurgiti che impegnano l’organismo della CEI a sostenere che nelle scuole repubblicane non si debbano diffondere strumenti cognitivi al personale scolastico che permetta la diffusione di una cultura delle differenze (come già affermato e sancito dalla V Conferenza nazionale del volontariato di Napoli in cui si approfondì il tema della conoscenza e del contrasto ad ogni forma di discriminazione). In tale obiettivo, su indicazione del Consiglio d’Europa, l’UNAR ha avviato dal 12/12/12 un lavoro che ha determinato un piano d’azione nazionale in cui una parte essenziale delle azioni sono quelle svolte nelle scuole al fine del contrasto alla violenza di genere e alla omofobia. Tale impostazione fu già ravveduta dal governo italiano che nell’audit nazionale, indetto a Roma dalla Ministra Josefa Idem, fu oggetto di un numero considerevole di interventi da parte di molte autorevoli rappresentanze sociali e della ricerca italiana che si espressero a favore. Perciò sollecitiamo ed invitiamo la Presidenza del Consiglio, il Dipartimento alle Pari Opportunitá e l’UNAR a proseguire al conseguimento delle azioni prefissate attraverso la diffusione di strumenti cognitivi e informativi idonei e necessari a prevenire le violenze prima che compiangerne, inutilmente , le vittime.
Vedi l’opuscolo sul sito http://www.riscossacristiana.it/newwebsite/wp-content/uploads/2014/02/File-Completo-UNAR-Medie.pdf
Mi permetto di contestare la cultura del “diverso” che ingenera la o la subcultura e l’epica dell’ ESCLUSO o dell’autocmarginalizzato.
Dovremo favorire, incoraggiare, stimolare la valorizzazione delle differenze che si esprimono nella diseguaglianza e della diversità di genere.
Differenze, Diseguaglianze e Diversità di Genere devono dialogare anche aspramente al fine della comune ricerca della sintesi democratica.
Gli Stati devono garantire i Diritti Umani sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e l’equiparazione normativa di tutte e tutti in una chiara griglia di diritti e doveri ugualitari e per i quali siano garantiti spazi agibili di convivenza civile ( non intesa come famiglia ma come diritto doverere alla COESISTENZA), di libertà di essere, credere e movimentarsi
La persona va rispettata nella sua “interezza” a prescindere dal sesso, dall’età, dalla religione.. .la nostra magnifica costituzione ce lo insegna. Ciò dovrebbe essere parte di noi, della nostra morale, della nostra etica. Dovrebbe far parte del nostro modo di educare le nuove generazioni. Pedagogicamente parlando è impensabile, se non addirittura criminale, non diffondere “strumenti cognitivi al personale scolastico che permettano la diffusione di una cultura delle differenze”. Dalla famiglia in primis deve nascere la cultura dell’accettazione del “diverso”, ma la scuola è sicuramente la seconda istituzione dove ciò deve accadere. Questo è l’unico modo per prevenire assurde violenze, fisiche e morali, verso le persone omosessuali ma anche verso tutte quelle persone che per scelta o per natura siano “diverse” dalla massa.