di Filippo Roinolo Fonte
Rebecca Kadaga, presidente del Parlamento dell’Uganda, ha dichiarato che il progetto di legge anti-omosessualità tornerà presto nell’assemblea legislativa e sarà approvato entro l’anno. Molti attivisti glbt del paese temono che la legge potrebbe passare anche questa settimana.
“Gli ugandesi la esigono”, ha affermato la presidente, ribadendo una promessa fatta venerdì scorso in un incontro di attivisti anti-gay che ha vogliono colpire la “grave minaccia” rappresentata dagli omosessuali in Uganda per i bambini bambini. Alcuni esponenti della chiesa ugandese nel corso della riunione nella capitale ugandese, Kampala, hanno invitato la presidente ad approvare la legge come “regalo di Natale”.
Il peggio sembra essere evitato: nella bozza di legge ora in discussione pare sia stata rimossa la pena di morte. Anche se, con un comma successivo, il pericolo di morte rimane. La norma ora:
“vieta e sanziona il comportamento omosessuale e le sue pratiche correlate in Uganda in quanto costituiscono una minaccia per la famiglia tradizionale”.
Le parole “le pratiche correlate” potrebbero significare quasiai cosa e lasciano la porta aperta a interpretazioni estremamente soggettive. Questo viene poi spiegato in dettaglio nella norma in cui “toccare – con l’intento di commettere un atto omosessuale” è un crimine. Ogni forma di sostegno e omessa segnalazione di un reato sarà soggetto a una multa e fino a tre anni di carcere. Ciò comprende personale medico, consulenti, sacerdoti e pastori, i datori di lavoro e membri della famiglia. Uno degli aspetti più pericolosi del disegno di legge è al punto cinque, che prevede l’assassinio come forma legittima di “difesa” per chiunque “subisca” questo reato. Una forma di delitto d’onore antigay.
La persecuzione contro le persone glbtqi in Uganda è attiva da molto, molti attivisti sono stati arrestati, torturati e uccisi. Il più noto è l’assassinio di David Kato nel Gennaio del 2011. Nelle more di questa norma, il suo assassionio, sarebbe del tutto legale ed è un esplicito incentivo alla violenza contro le persone glbtqi.
La presidente sostiene di avere un ampia maggioranza per approvare questa Norma-crimine e alla cronaca non arriva nessuna voce di dissenso. Da alcuni blogger arrivano voci che il presidente dell’uganda e l’ex sindaco di Kampala non gradirebbero la norma ma trovano troppo rischioso opporvisi.
Domani, 28 novembre, alle 12:30 davanti all’ambasciata ugandese a Roma in Viale Giulio Cesare, 71 , l’associazione radicale Certi Diritti terrà un sit-in di protesta contro la norma.
Fonte ilcorsaro.it