Roma, 27 novembre 2012
Lo scorso 19 novembre, il Comitato Onu per i Diritti Umani (Ohchr) si e’
espresso sul caso Irina Fedotova v. Russian Federation: l’Ohchr riconosce che esprimere opinioni e informazioni riguardanti l’orientamento sessuale non può essere limitato in nome della moralità pubblica.
Irina Fedotova, un’attivista lesbica, tentò di organizzare, nel marzo 2009, una manifestazione per promuovere tolleranza nei confronti di gay, lesbiche e trans, esponendo dei cartelli con scritto “l’omosessualità è normale” e “sono orgogliosa della mia omosessualità”.
Irina è stata arrestata e condannata a pagare una multa di 1.500 rubli, ha fatto ricorso arrivando sino al Giudice Federale secondo il quale proibire informazioni “capaci di provocare danni alla salute pubblica, allo sviluppo morale e spirituale nonché di dar vita a concezioni perverse riguardanti le relazioni tra famiglie tradizionali e non tradizionali” non può essere considerata una violazione della libertà di espressione.
L’Ohchr ha invece stabilito che la Russia ha violato gli articoli 19 e 26 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, sottolineando che la morale pubblica deriva da “varie tradizioni sociali, filosofiche e religiose” e non può basarsi su una singola tradizione e che l’articolo 26 proibisce anche le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.
Fonte Uffiicio Nazionale CGIL Nuovi Diritti