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5 thoughts on “Video Messaggio su UNIONI AFFETTIVE a Napoli, facendo chiarezza alla censura.”
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grazie per la precisazione
solo qualche puntualizzazione per non passare per il solito “censuratore” o “passacarte” di questo o di quell’altro cartello.
Il dispaccio esterno di cui si parla è una nota di Arcilesbica Napoli (a nome, suppongo, anche delle altre associazioni citate) intercettato su facebook (https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150298687427918 – in calce per i non iscritti al social network) e riportato per puro spirito di servizio a due giorni dall’evento (infatti, a voler “fare il giornalista”, non essendo stato invitato e non avendo ricevuto comunicazione dell’evento, avrei dovuto ignorarlo… ma io faccio altro nella vita)
a tal proposito una discussione sul metodo: vanno bene i clippini (anche se il video-bloggin è già qualcosa per nostalgici della rete, incluso Vasco Rossi) ma sarebbe bene non dimenticare le care e vecchie note stampa inviate via mail “con preghiera di massima diffusione”
Luca Mercogliano
direttore editoriale napoligaypress.it
p.s.: quanto alle posizioni “non allineate” di iKen Onlus, faccio notate che hanno sempre trovato spazio su napoligaypress.it [http://www.napoligaypress.it/?p=6231]
———–
Dopo LiberaFesta, il punto sul Registo delle Unioni Civili
pubblicata da Arcilesbica Napoli Le Maree il giorno sabato 24 settembre 2011 alle ore 15.03
Nel corso del dibattito politico intitolato “Verso la civiltà degli affetti”, tenutosi nella giornata inaugurale di LiberaFesta a Pozzuoli, si è lungamente discusso dell’opportunità che la città di Napoli si doti, al più presto, di un Registro delle Unioni Civili. Elena Coccia, vicepresidentessa del Consiglio Comunale del capoluogo partenopeo, ha esordito prospettando alle associazioni lesbiche, gay e transessuali della Regione, due soluzioni entrambe orientate al riconoscimento della familia di fatto:
a) Il rilancio di un Decreto del Presidente della Repubblica risalente al 1989 che dava, all’epoca, attuazione alla cosiddetta “Legge Anagrafica” la quale, nel tentativo di regolamentare svariate “situazioni di fatto” raggruppava, attraverso l’iscrizione in appositi schedari, gli abitanti di un comune in due categorie:
La famiglia anagrafica, una formazione costituita da persone che coabitano e sono legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela ed anche solo da vincoli affettivi;
2. La convivenza anagrafica, quale insieme di persone normalmente e abitualmente coabitanti nello stesso
comune per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena, e simili.
Il sindaco, nella qualità di ufficiale di anagrafe, può dare disposizione agli uffici di certificare tutto quanto sia contenuto nelle schede anagrafiche, purché ciò non osti all’ordine pubblico. Iscrivendosi all’anagrafe ciascuno fornisce i propri dati anagrafici e quelli delle altre persone che vivono con lui/lei, specificando la natura del legame intercorrente tra i coabitanti: i coniugi e i parenti indicano il rapporto di coniugio o il grado di parentela, le coppie di fatto il legame affettivo. Gli altri insiemi di persone indicano il motivo della coabitazione (cura, religioso, di pena etc.). Con i dati dichiarati l’anagrafe compila le schede individuali per ciascuno degli iscritti e le schede di famiglia o di convivenza, a seconda che si versi nell’una o nell’altra fattispecie.
Dalla estrema sintesi appare chiaramente che la già esistente Legge Anagrafica, pur riconoscendo blandamente “vincoli affettivi” diversi dal matrimonio, ha il solo scopo di effettuare un campionamento statistico della popolazione e della sua distribuzione, non assurgendo ad alcuna rilevanza politica.
b) Il registro delle Unioni Civili invece, sebbene non crei nuovi status giuridici, attribuisce alle nozioni solo “contabili” di famiglia e convivenza anagrafica, tutt’altro valore:
Innanzitutto, viene istituito con delibera del consiglio comunale e non con una mera certificazione dell’Ufficiale di Stato Civile. Ciò significa che la totalità dei nostri rappresentanti, siano essi di maggioranza o opposizione, sono chiamati a discuterne e a votare, esprimendo un posizionamento netto, nell’ambito delle loro competenze, sul tema del riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali, sebbene esse non siano le uniche destinatarie del provvedimento. La portata politica di quest’ultimo sarebbe, pertanto, dirompente poichè quanto più numerose saranno le municipalità che lo adotteranno, tanto maggiori saranno le pressioni cui sarà sottoposto il governo nazionale perchè legiferi sui matrimoni o sulle unioni civili, peraltro ottemperando alle sollecitazioni contenute nella sentenza n. 138/2010 della Corte Costituzionale.
Il Regitro delle Unioni Civili, a differenza di quello anagrafico dal quale deriverebbero agli iscritti pochi diritti e benefici contingenti, consente agli Enti locali di perseguire più generici fini degni di tutela approfondendo le relazioni interistituzionali con Provincia e Regione nonchè ampliando dei livelli di concertazione politica in riferimento alle seguenti aree:
a) casa;
b) sanità e servizi sociali;
c) giovani, genitori e anziani;
d) sport e tempo libero;
e) formazione, scuola e servizi educativi;
f) diritti e partecipazione.
Arcilesbica Napoli unitamente alle associazioni ArcigayNapoli, ArcigaySalerno e ATN, ha sostenuto sulla base delle summenzionate argomenazioni l’assoluta urgenza dell’instaurazione del Registro delle Unioni Civili nella città di Napoli, rammentando, beninsteso, che si tratterebbe non di una concessione, ma di un avanzamento di civiltà minimo del tutto inidoneo a soddisfare le aspirazioni di uguaglianza e pari dignità che il movimento lesbico, gay e trans italiano esprime con vigore da tempo immemore.
Cronologia delle proposte di legge sulle unioni civili al Parlamento italiano [modifica]
1986 – L'”Interparlamentare donne comuniste” presenta una proposta di legge sia al Senato (prima firmataria on. Ersilia Salvato) che alla Camera dei deputati (prime firmatarie erano le onorevoli Romana Bianchi e Angela Bottari).
1987 – Arcigay presenta ad un convegno in Parlamento una Legge per il riconoscimento legale delle convivenze di fatto (vedi: Arci gay nazionale (a cura di), Omosessuali e Stato, Cassero, Bologna 1988, p. 70).
12 febbraio 1988 – Alma Agata Cappiello presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina della famiglia di fatto (2340).
2 dicembre 1993 – Graziano Cioni presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge In materia di unioni civili (3426).
1994
7 giugno – Nichi Vendola presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disposizioni in materia di unioni civili.
27 ottobre – Graziano Cioni presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disposizioni in materia di unioni civili.
1996
17 maggio – Nichi Vendola presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina delle Unioni civili (1020)
11 luglio – Luigi Manconi presenta al Senato la proposta di legge Normativa sulle unioni civili (935).
22 ottobre – Ersilia Salvato presenta la proposta di legge Disciplina delle unioni civili (1518).
11 dicembre – Gloria Buffo presenta la proposta di legge Norme sulle unioni civili (2870).
1997
30 luglio – Graziano Cioni presenta la proposta di legge Disposizioni in materia di unioni civili (2725).
1998
12 marzo – Antonio Soda presenta la proposta di legge Disciplina dell’unione affettiva(4657).
2000
15 settembre – Maurizio Paissan presenta la proposta di legge Norme sulle unioni civili (7292).
Nel corso del 2000 sono presentate proposte di legge sulle unioni civili da Luciana Sbarbati, Antonio Lisi e Anna Maria De Luca.
2001
31 maggio – Fiorello Cortiana presenta al Senato la proposta di legge Normativa sulle unoni civili(47).
12 giugno – Titti de Simone presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina delle unioni civili(716).
13 giugno – Katia Bellillo presenta la proposta di legge 795 sulle unioni civili.
25 giugno – Luigi Malabarba presenta al Senato la proposta di legge Disciplina delle unioni civili(305).
5 luglio – Alfonso Pecoraro Scanio presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Norme sulle unioni civili (1232).
20 settembre – Antonio Soda presenta la proposta 1610 sulle unioni civili.
2002
8 luglio – Franco Grillini presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Istituzione del registro delle unioni civili di coppie dello stesso sesso o di sesso diverso e possibilità per le persone dello stesso sesso di accedere all’istituto del matrimonio (2982).
21 ottobre – Franco Grillini presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina del patto civile di solidarietà e delle unioni di fatto (3296).
2003
14 aprile – Franco Grillini presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina dell’unione affettiva (3893)
2 ottobre – Dario Rivolta presenta la proposta 4334 sulle unioni civili.
21 ottobre – Alessandra Mussolini presenta la proposta 4405 sulle unioni civili.
29 ottobre – Enrico Buemi presenta la proposta 4442 sulle unioni civili.
12 novembre – Katia Bellillo presenta la proposta 44782 sulle unioni civili.
22 dicembre – Chiara Moroni presenta la proposta 4585 sulle unioni civili.
29 dicembre – Il Consiglio regionale toscana presenta la proposta 4588 sulle unioni civili.
1 ottobre 2004 – Titti De Simone presenta alla Camera dei deputati la proposta di legge Disciplina delle unioni civili (5321).
8 febbraio 2007 – è stato approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge che formalizza i riconoscimenti delle convivenze in Italia, sotto il nome di DICO.